"Indovina chi viene a cena?"

 

Introduzione

Qualche giorno fa, a scuola, abbiamo guardato il film "Indovina chi viene a cena?" per sensibilizzarci e farci riflettere sull'argomento delle discriminazioni. In questo post, oltre a raccontarvi il film, vi condividerò alcuni miei pensieri riguardo all'argomento trattato nel film.

Il film

La storia è semplice, come quelle di una volta. John Prentice e Joey Drayton si incontrano durante una vacanza: la loro passione è così forte che decidono di sposarsi. Non resta che presentarsi alle rispettive famiglie. Lei figlia della gallerista Christina e del giornalista Matt; lui di una brava madre di famiglia e un postino. Lei è solare, rispettosa, raggiante; lui intelligente, dalla battuta pronta, professionalmente inappuntabile. Un solo scoglio però ostacola quest’unione: un diverso colore della pelle.Ostacoli che le madri non vedono, poiché vedono i figli felici; ma i padri sì. Da contorno altre figure che non aiutano nel peso della bilancia. Da monsignor Mike Ryan, amico della famiglia di Joey, che, nel vedere i due insieme si sente “straordinariamente felice”; a Hilary, collega di Christina, che vede nell’azione di Joey “un’azione sciocca“; fino a giungere a Tilly, colf di colore di casa Drayton, che arriva ad affermare che la casa è “invasa dai negri“.

Riflessioni

Il razzismo c'era e c'è, e questo film ne evidenzia l'esistenza rimanendo, purtroppo, attuale nonostante sia stato registrato più di 50 anni fa.
Si parla di discriminazione nei confronti di quel che si reputa "diverso", che non assomiglia a quel che sei tu, o che pensi di essere.
Forse, al giorno d'oggi, però, il protagonista delle discriminazioni non è più il razzismo per quanto riguarda il colore della pelle (anche se se ne sente ancora parlare), ma bensì per il sesso. Si sente sempre più spesso parlare di genitori che non accettano il fatto che la loro figlia o il loro figlio abbiano una relazione con una persona del loro stesso sesso, e per questo vengono emarginati, discriminati, giudicati e spesso abbandonati.

C'è una frase del film che mi ha colpita abbastanza, anche se non si trovava nel mezzo di un monologo di quelli che magari ti lasciano un insegnamento; la pronuncia John Prentice nei confronti di Matt Drayton, padre di Joanna, la ragazza, e dice:"Il problema è questo: io mi sono innamorato di sua figlia, e per quanto incredibile sia, lei si è innamorata di me". Ecco, questo è strano, è strano che affianco alla parola "amore", ci sia la parola "problema". Che sia per il colore della pelle, per la religione, per il sesso o per qualsiasi altra cosa, non c'è giustificazione, secondo me, per avvicinare queste due parole. L'amore non va limitato, perché, purtroppo o per fortuna, penso sia una delle poche cose vere e pure rimaste alle persone.

Conclusione

Penso che questo, sia uno di quei film che si guardano un po' così, senza, inizialmente, dare troppo peso al messaggio che vuole mandare, ma che però, poi, con il passare dei minuti ti fa immergere nella storia senza rendertene conto. E' lì, che ti arriva tutto ciò che gli attori e quindi i personaggi e la storia in generale ti vogliono far trasmettere.
Penso anche che sia un film ricco di spunti di riflessione, nonostante il razzismo sia un argomento di cui ormai si parla quasi quotidianamente.

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